Intervista a Stefano Fassina Lavoro e Liberta'

LAVORO E LIBERTA’

di Stefano Fassina, a cura di Roberto Bertoni e Andrea Costi

È in libreria, dal 14 luglio, il saggio “Lavoro e libertà – La sinistra nella grande transizione” di Stefano Fassina: un libro intervista a cura di Roberto Bertoni e Andrea Costi, con post-fazione di Martin Schulz, pubblicato da Imprimatur editore. L’opera si pone come obiettivo principale quello di fornire utili spunti di riflessione in merito ai problemi del nostro Paese e del contesto europeo e
mondiale nel trentennio del predominio liberista, mettendo in risalto tutte le storture, i luoghi comuni e gli errori teorici e attuativi di una dottrina tuttora dominante, pur avendo condotto l’Occidente in una recessione senza precedenti.

La tesi centrale del saggio si impernia sulla necessità di ridefinire le prospettive e l’azione politica della sinistra in una fase al termine della quale nulla sarà più come prima, accantonando la dannosa illusione che quello che stiamo vivendo sia un ciclo economico come gli altri e che sia possibile interpretarlo ed affrontarlo ispirandosi a canoni di lettura ormai superati.

L’unica possibilità per superare un ripiegamento in cui l’euro-zona è ancora 3 punti di PIL al di sotto del 2007, con un debito pubblico aumentato di 30 punti percentuali è – secondo Fassina – quella di porre in cima all’agenda politica temi oggi accantonati come la qualità del lavoro e la dignità della persona nel lavoro. Sono i temi, viene sottolineato nel testo, sui quali la dottrina sociale della Chiesa, prima con Benedetto XVI e oggi con Francesco, insiste per superare la crisi antropologica, vero segno distintivo della fase in corso.

Lavoro e Liberta'

Lavoro e Liberta’

Nel capitolo conclusivo, Fassina si sofferma sul PD. Un partito forte dell’ottimo risultato alle elezioni europee ma, al tempo stesso, bisognoso di definire una cultura politica autonoma e chiaramente riconoscibile che gli consenta di affrontare le sfide e le responsabilità cui lo espone la ritrovata centralità nel sistema politico italiano ed europeo. Un partito che – per Fassina – deve accantonare le Primarie per la definizione degli organismi interni e limitarle alla scelta dei candidati alle cariche apicali ma, soprattutto, un partito che ritrovi il dialogo e il confronto con le parti sociali e si ponga come un interlocutore attivo e un pungolo costante dello Stato e delle istituzioni.

La post-fazione di Schulz a corredo fornisce all’opera quel profilo europeo e internazionale indispensabile per condurre un dibattito utile, all’inizio di un semestre che si preannuncia decisivo per le sorti dell’eurozona e delle istituzioni continentali nel loro complesso.

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