Intervista da Il Tempo di Valentina Conti
Se confermo il tandem con Marino contro i Dem? No, non c’è un tandem. L’obiettivo è quello di unire le forze economiche, morali e politiche di Roma. Confermo che cerco di costruire insieme a Ignazio Marino e la gente che ha attorno la rappresentazione di un cambiamento. Confermo che c’è una discussione in corso e una sintonia sulla svolta di governo da attuare per la cittÃ
Il ticket con Marino arginerebbe una pericolosa frammentazione elettorale.
L’obiettivo va avanti da tempo. La sfida della ricostruzione a Roma è difficilissima. Dunque, dobbiamo scegliere un modo per coinvolgere tutte le persone in campo per ambire a quella svolta di governo su cui insisto. Ho già detto diverse volte che potremo fare primarie fuori dal circuito Pd per scegliere chi dovrà essere a guidare il cambiamento.
Un cambiamento da «giocarsi» magari al secondo turno?
Arriveremo noi al ballottaggio.
Come fa ad esserne così sicuro?
Perché c’è una parte della città che vuole svoltare.
Secondo un sondaggio interno al Pd, solo uno su 4 voterà Giachetti, Marino è dato al 18%. Che dice?
Ci vedo la conferma del fatto che il Pd ha rotto un legame di fiducia con parte del suo popolo; che Marino ha ancora, nonostante quanto accaduto, una fiducia di una certa parte della città . E poi in quel sondaggio c’è pure il sottoscritto dato al 14,3%. L’esperienza mariniana, non lo nascondo, ha avuto dei limiti, bisogna quindi individuare nodi programmatici da cui partire.
E lei li ha già chiari.
Qualche giorno fa in aula alla Camera si è discusso e votato una mozione per chiedere al governo un referendum cittadino sulle Olimpiadi. A Roma è ancora bloccato il cantiere della Metro C, rischiano il licenziamento 500 lavoratori, a Ponte di Nona chi va a lavorare deve pagare il pedaggio, per i disagi della Roma-Lido abbiamo preso il Premio Caronte, le periferie sono un problema. E con tutto questo pensiamo alle Olimpiadi? Ci vuole discontinuità .
La discontinuità riproponendo Marino?
Marino ha pagato gli atti di discontinuità che ha fatto: penso alla chiusura della discarica di Malagrotta, alla bonifica delle aziende municipali, alla trasparenza del bilancio del Comune.
Il rischio astensionismo però è altissimo.
Assolutamente sì. Ecco perché dobbiamo riuscire a parlare a quel 50% di città che non vota, e agli sfiduciati dovremo parlare con credibilità nell’intero percorso. Il sottoscritto, per le scelte che ha fatto, mi pare che su questo fronte non sia attaccabile: mi sono dimesso da viceministro per ragioni politiche, sono uscito da un partito in cui c’è la fila per entrare. Non sono uno attaccato alla poltrona.
Con chi si vorrebbe sfidare del centrodestra nella corsa al Campidoglio?
Gli avversari non si scelgono.
Almeno un nome?
Alfio Marchini, ha dimostrato di avere a cuore Roma. Sarebbe una sfida sui contenuti e non su astrazioni.
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