Un contributo su Agricoltura a Roma di Adriano Zaccagnini

Il tessuto rurale attorno e nella città di Roma è ricco di esperienze e diversità da valorizzare e l’obiettivo della nostra proposta politica è indicare alcune direttrici su cui investire per promuovere la cultura del cibo sano a prezzi popolari.

Ai cittadini deve essere data la possibilità di usufruire di maggiori spazi dove distribuire alimenti da filiera corta (Gas) o trovare spacci popolari che vendano alimenti e bevande sfuse.
La città può divenire un luogo in cui si sostiene e consuma principalmente la produzione agroalimentare dell’agro romano e del territorio laziale, così rendendosi più indipendente dal punto di vista del fabbisogno alimentare, disincentivando il traffico merci su gomma e praticando soluzioni efficaci contro smog e cambiamento climatico.
Per fare questo bisogna investire in un grande progetto didattico che renda complici cittadini e agricoltori, in modo che diventino coproduttori e sostenitori delle comunità rurali locali.
Queste realtà sono il presidio territoriale che salvaguardia il territorio da speculazione, abbandono e dissesto idrogeologico.
Rimettere in circolo le energie della terra, partendo dalla consapevolezza che a Roma ci sono tante persone che vorrebbero contribuire e prendersi cura di un pezzo della collettività, che sia un orto sociale, un gas o un terreno per creare autoreddito.

– Agroecologia: come sistema di produzione di cibo genuino mantenendo fertili i suoli e tutelando la biodiversita’.
Le piccole aziende agricole e la buona agricoltura come alleate per il raffreddamento del pianeta.

– Accesso alla terra
Censimento terreni o orti comunali.
Terre comunali in affitto calmierato o comodato d’uso (se da riqualificare ruderi.)
No alla privatizzazione del patrimonio demaniale rurale.

– Istituire Parchi Agricoli ad uso civico nella città su tutte le vertenze in cui comitati curano appezzamenti pubblici.

– Favorire i mercati di vendita diretta o filiera corta di produttori locali in tutti i municipi.

– Affidare spazi comunali per organizzazione Gas di quartiere.

– Incentivare anche fiscalmente gli spacci popolari e attività commerciali che vendono prodotti alimentari sfusi

– La parte organica della differenziata dei rifiuti deve tornare all’agricoltura e per questo il digestato deve essere di qualità, ovvero il comune deve dotarsi di un numero adeguato di impianti TMB preferibilmente aerobico.

– Promozione delle ‘smart farm’ ovvero di aziende agricole a ciclo chiuso in cui si produce anche energia e biogas (quest’ultimo esclusivamente per autoproduzione aziendale ) e in cui si pratica l’agroecologia e la divulgazione didattica per le scuole.

– Coinvolgimento di agricoltori e contadini in reti comunali di sicurezza alimentare.
Ogni rete viene assicurata da privati o anche partecipazione pubblica del comune per il conferimento di derrate alimentari o determinate filiere di prodotto. (CSA Community Supported Agricolture).
Sistemi di garanzia e certificazione partecipata per i processi produttivi e le relazioni interne alla rete.

– Promozione di una cultura nutrizionale che rispetti le stagioni e il territorio dalle scuole ai pensionati.

– Applicazione regolamento comunale sugli orti urbani e messa a sistema delle realtà esistenti e affidamento di altri terreni tramite chiamata pubblica.

– Investire sulle zone margine in cui si incontra campagna e città valorizzando questi ecotoni differenti.
Opporsi alle compensazioni urbanistiche scriteriate che vanno ad incidere su territori rurali ai bordi del tessuto già urbanizzato.
Investire su riqualificazione edilizia.

– Rigenerazione urbana: riprogettare i quartieri partendo dell’esistente ed inserendo aree verdi ad uso agricolo produttivo o didattico.

La buona Agricoltura raffredda il pianeta.

Adriano Zaccagnini

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