La qualità della mobilità e dell’innovazione ambientale è fattore decisivo per costruire la vocazione economica di Roma nel XXI secolo. Spesa pubblica facile e edilizia espansiva legata alla rendita fondiaria sono impossibili. Dati i risultati prodotti negli ultimi vent’anni, anche dal celebrato “Modello Roma”, non abbiamo nostalgia. Anzi, vogliamo una netta discontinuità . Le direttrici dello sviluppo di Roma devono passare per le sue specificità della storia e del presente. La concentrazione di lavoratori e lavoratrici della cultura e della conoscenza è da noi tra le più alte dell’Unione europea. L’amministrazione deve promuovere, attraverso istituzioni dedicate come i Fraunhofer in Germania, l’incontro tra il ricco tessuto accademico cittadino e le imprese manifatturiere hi-tech e di servizi innovativi. La digitalizzazione dei servizi comunali, oltre ad offrire un salto di qualità ed efficienza nei servizi per cittadini e imprese, deve diventare una leva per sviluppare il comparto ICT romano. Nella medesima logica, vogliamo diffondere a tutti gli ambiti amministrativi il green public procurement. L’amministrazione deve anche offrire, in immobili del patrimonio capitolino, spazi per il co-working e per i fab-lab e, attraverso il rilancio dell’Istituzione Sistema Biblioteche, una rete di opportunità di informazione e formazione, accumulazione di capitale civico e sociale. L’edilizia rimane decisiva per il tessuto economico romano, ma la svolta passa dalla riqualificazione delle periferie, dall’efficientamento energetico e dalla domotica e dal piano strategico dei trasporti. “Zero consumo di suolo” non è destino di impoverimento, ma futuro di sviluppo sostenibile. Attraverso il dialogo sociale e incentivi mirati, l’amministrazione promuove la diversificazione e la qualificazione dell’offerta turistica e l’agricoltura di qualità , anche attraverso la concessione dei terreni agricoli comunali a giovani agricoltori per utilizzarne la produzione per le mense scolastiche e ospedaliere, oltreché per l’offerta a prezzi temperati nei mercati rionali. Una consulta cittadina per il cibo può essere lo strumento per ricostruire i legami tra le aziende agricole romane e i consumatori, rafforzare le politiche per il chilometro zero e la rete dei farmers’ markets, istituire un marchio distintivo dei prodotti della campagna romana. Per arginare l’emorragia di micro e piccole imprese, tessuto imprenditoriale distintivo della nostra città , dimezziamo la Tari per negozi e botteghe artigiane senza utili nel biennio precedente.
Comments are closed