È necessaria una ristrutturazione del debito capitolino. È condizione fondamentale per poter dare credibilità alle promesse elettorali. Abbiamo bisogno di conoscere, oltre ai dettagli della massa debitoria, anche quelli delle operazioni finanziarie messe in atto per ripagare il debito. Mi riferisco, in particolare, al mutuo con Cassa Depositi e Prestiti contratto per anticipare i finanziamenti previsti dal bilancio dello Stato e dall’addizionale pagata dai cittadini romani. Lo spread contenuto in quel contratto di mutuo è ingiustificabile in quanto si tratta di un flusso di risorse certo.
I primi giorni di marzo abbiamo sottoposto al governo, nel corso del question time, domande sul debito storico del comune di Roma e sulla gestione finanziaria che lo ha caratterizzato. Il debito di Roma rappresenta il maggiore ostacolo a un’amministrazione che voglia far ripartire la città . Il piano di rientro è insostenibile per un’amministrazione che voglia riavviare gli investimenti per i servizi sociali, il trasporto e la pulizia della città , per interventi utili alla riqualificazione della Capitale, in particolare delle nostre periferie.
Il primo impegno della nostra amministrazione è per rinegoziare il mutuo con Cassa Depositi e Prestiti al fine di riportare, ogni anno, nel bilancio comunale i 140 milioni di euro distratti dall’addizionale Irpef. Continuiamo a chiedere al Governo di trasmettere al Parlamento e quindi di rendere pubblica la relazione del commissario straordinario al debito di Roma consegnata oltre due mesi fa a Palazzo Chigi affinché i cittadini possano andare a votare con tutte le informazioni disponibili su un punto decisivo per il futuro della Capitale. Ci conforta l’indicazione espressa dal commissario Scozzese a non effettuare il tiraggio della seconda tranche del mutuo con Cassa Depositi e Prestiti così come abbiamo chiesto da tempo.
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