Intervista di Filippo Caleri tratta da il Tempo
Renzi non si può intestare la vittoria. Anche se il quorum non è stato raggiunto, oggi ci sono 15 milioni di persone che dissentono dalla linea del governo. Sono un patrimonio sul quale costruire un’alternativa». Commenta così a Il Tempo il risultato del referendum sulle trivelle, Stefano Fassina, leader di Sinistra Italiana e candidato a sindaco di Roma.
Ma ora Renzi è più forte?
No, ma c’è la prova che la campagna di boicottaggio che il governo, la maggioranza e i media hanno messo in atto ha funzionato. Il Pd si configura come il partito degli interessi forti del Paese.
In ogni caso Matteo Renzi porta a casa la vittoria?
Anche se il quorum non è stato raggiunto ci sono 15 milioni di elettori che non hanno seguito le indicazioni di Renzi.
Ma scusi la maggioranza però non ha votato?
Certo. Ma sarebbe un errore valutare l’esito del voto come una prova di consenso al governo. Renzi in questo deve essere cauto.
Sembra che in questo Paese l’arma del referendum sia spuntata?
Il quorum in questi ultimi 25 anni non è stato quasi mai raggiunto a parte nella consultazione sull’acqua pubblica. Sebbene non si sia arrivati alla soglia richiesta resta una delle migliori affermazioni che si sono registrate in termini di partecipazione.
Lei punta ai 15 milioni di voti?
Non sono 15 milioni di persone che votano automaticamente a sinistra. Ma sicuramente hanno una visione alternativa a quella offerta da Renzi.
Come pensa di portarli dalla sua parte?
Si parte dalle elezioni municipali dove c’è lo spazio per esprimere nuovamente la contrarietà alle scelte energetiche dell’esecutivo. Penso ad esempio a Roma e alla nostra proposta di riqualificazione energetica a basso consumo o alla conferma dell’acqua in mano al pubblico.
Torniamo al voto. Non è che il quesito troppo tecnico ha tenuto lontano molti dalle urne?
Forse tecnicamente era complesso ma il messaggio era semplice e riguardava il modello di sviluppo energetico del Paese.
Come giudica l’invito all’astensione dell’ex presidente Napolitano?
Molto grave. Ritengo che sia dovere delle persone che rappresentano le istituzioni promuovere la partecipazione al voto. Napolitano si conferma al centro di una fase politica che punta a una costituzione in grado di garantire più governabilità con la minore partecipazione possibile. Così non va.
Il prossimo referendum sarà sulla Carta Costituzionale.
È una partita ancora aperta. E tutta da giocare….
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