Semplicemente.
È proprio con semplicità e convinzione che ci siamo determinati a sostenere la candidatura di Stefano Fassina a Sindaco di Roma.
Le motivazioni, anch’esse semplici, trovano fondamento nei dati inconfutabili presentati a seguito delle nostre ricerche in merito:
- 17,7 miliardi è la somma a cui ammonta l’insieme dell’economia sommersa a Roma e Provincia;
- 1,5 miliardi rappresentano, invece, le stime relative alla cosiddetta “economia illegale”;
- la corruzione, che attanaglia lo scenario degli appalti di Roma e dei Municipi, vale 1,3 miliardi di euro;
- l’economia sommersa e illegale valgono il 14% del PIL di Roma e Provincia.
Non vi è dubbio alcuno che ai cittadini romani l’economia sommersa e quella illegale “costa” un importo pari ad € 1.765 pro capite, circa 8 volte quello che già essi “pagano” per la quota di addizionale IRPEF destinata al ripiano del debito di Roma.
Nei numeri presentati è riassunto tutto il dramma della Capitale.
Lavoro nero, evasione fiscale e corruzione: concorrono a formare le cifre illustrate che si tramutano in piaghe profonde incise nel tessuto sociale della città; chi si candida a Sindaco di Roma deve averne piena consapevolezza per poter contrastare un fenomeno non ulteriormente tollerabile.
Siamo convinti che il Comune dovrà mettere in campo ogni possibile azione utile per recuperare risorse finalizzate agli investimenti necessari a sostenere nuovi posti di lavoro, che noi riteniamo siano l’unica vera forma di contrasto al lavoro nero.
La ristrutturazione del debito di Roma si pone, certamente, come obiettivo prioritario ed imprescindibile da perseguire all’indomani dell’elezione del nuovo Sindaco ma dovrà necessariamente essere accompagnata da una precisa piattaforma programmatica e di coordinamento di ben più ampio respiro, tesa a progetti rigenerativi della città e che evidenzi le necessità del territorio e le modalità per farne fronte, ponendosi, nel contempo, a garanzia di quell’irrinunciabile senso di sicurezza che soltanto un attento governo del territorio può fornire, in un clima di necessaria visione condivisa di superamento delle fragilità ed a tutela della cittadinanza nel suo insieme.
I romani subiscono il livello di tassazione più elevato del Paese, in parte perché costretti a pagare il “fio” di malaffare e ruberie, congegnate da chi poco interessato alla crescita sociale e civile della città, ed in parte perché a Roma viene attribuita dallo Stato centrale pari dignità rispetto a qualsiasi altra città italiana, sottraendole, in tal modo, la possibilità di fruire delle attenzioni, invece, peculiari di una Capitale d’Italia.
Perché un buon sindaco sa che Roma ha bisogno di una classe dirigente tesa al superamento della “politica dell’emergenza”, certamente ostacolo a quella visione prospettica essenziale alla progettualità a lungo termine.
Un sindaco e soprattutto un sindaco di sinistra deve poter riuscire ad indirizzare l’interesse politico verso la concretizzazione di condizioni di vita “normale” per tutti i cittadini, indistintamente, garantendo il perseguimento di quel bene comune che permette a qualsiasi società civile di sviluppare quella coesione sociale intesa come solidarietà, comunione di valori ed appartenenza, come capacità di ridurre e contrastare l’emarginazione e che rappresenta il collante stesso del territorio romano con tutte le sue articolazioni e differenziazioni.
Un “buon” sindaco sa che tale percorso si pone a valle, e quindi come obiettivo, di un sano e serio processo di condivisione e compartecipazione tra Parti Sociali ed Istituzioni.
Il futuro Sindaco della Capitale d’Italia dovrà porsi tale obiettivo e nel contempo rappresentare l’esigenza di conseguirlo a breve termine, come punto focale e determinante per stabilire gli equilibri fondamentali tra le esigenze emergenti e non più rinviabili di politiche “attive” a 360 gradi e di interventi socio-assistenziali di cui il territorio romano necessita.
La candidatura di Stefano Fassina, ponendosi in un momento immediatamente successivo agli scandali legati al “mondo di mezzo”, è per questo legata a due indiscutibili motivazioni:
- perché si rende necessaria una ricostruzione morale e non solo economica della Capitale;
- perché siano rispettati e tutelati i diritti di tutta la cittadinanza nel suo complesso, lavoratori, anziani, disabili, bambini, donne e uomini comuni che hanno urgenza, oggi può che mai, di ritrovare nella “cosa comune” il senso della loro appartenenza.
Per queste motivazioni abbiamo scelto STEFANO Fassina, perché concreto, perché realista, perché pensa ciò che afferma …. semplicemente.
Roma 16 marzo 2016
Laura Latini, Matteo Maria D’Eugenio, Martina Stati, Alessandra Campolo,
Andrea Graziani, Antonio Martucci, Serena Campolo, Andrea Feurra, Giulia
Palomba, Lina Ovidi, Andrea Campolo, Simone Forte, Tiziano Martinecci,
Daniele Petrone, Irene Bezzi, Giulia Canullo, Fabio Pani, Gabriele Ronchini,
Teresa Donini, Giovanni Donini, Angela Falleti, Pierluigi Tiano, Nicola
Mangone, Anna Bica, Roberto Nuti, Demetrio Nuti.
Teodolinda Rosica, Edda Primavera, Marcello Aiello, Elena Polentini,
Daniela Boccuti, Luigi Sanmarco, Loredana Buttaroni, Guja Patania, Antonio
Aulugliaro, Nicola Mainieri, Buttaroni Evelina, Viviana Loreti, Valentina
Petrangeli, Luciano De Flamminej, Alessia Petrangeli, Pio Claudio, Lucio
Primavera, Alessandra Latini, Maria Antonella Propato, Stefania Saba,
Alessandra Prece, Angela Fracchiolla, Roberta Testa, Rocco Zizza,
Giovanni De Simoni, Carlo Bardari, Roberto Stelluti, Ida Santoro, Tiziana
Menichetti, Michela Pochini, Dante De Feo, Fabrizio Grasso, Davide Spinella,
Alessandra Menelao, Antonio Varvo, Carmela Varvo, Gianluca Monaco.
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