La crisi del sistema universitario e della ricerca è un’emergenza nazionale che investe in modo significativo anche la Capitale. A Roma hanno sede grandi atenei pubblici, il CNR e la maggior parte degli Enti Nazionali di ricerca. Condivido pienamente le preoccupazioni espresse recentemente in Senato da Walter Tocci sullo stato della ricerca. Il Governo, inoltre, mostra di non discostarsi dai metodi del passato: modesto aumento di risorse e criteri poco chiari su come sono distribuite. Si pensi al caso Human Technopole, che ha sollevato accese discussioni in tutto l’ambiente scientifico e che è riassunto nel documento-denuncia presentato al Senato da Elena Cattaneo. Invece di erogare bandi di concorso aperti a tutti, il Governo ha destinato a un Ente di sua scelta, l’IIT, 80 milioni in prima battuta, quindi 150 milioni all’anno, per la costruzione del nuovo polo di ricerca milanese. È evidente il contrasto fra queste cifre, affidate senza gara pubblica a un solo ente, e i 30 milioni in 3 anni stanziati per i PRIN. Invece di affrontare temi come la stabilizzazione dei precari, la contrattazione integrativa e il blocco del turn over, Renzi ha preferito agire distribuendo il grosso delle risorse in modo unilaterale e poco trasparente. Proprio per fare chiarezza sulle modalità di gestione nel caso Humane Technopole, depositerò i prossimi giorni un’interrogazione parlamentare. La mia solidarietà va quindi ai lavoratori dell’Università, della ricerca e dell’AFAM che oggi sono scesi in piazza per rivendicare condizioni lavorative all’altezza del loro valore e il diritto di ricevere dallo Stato quel sostegno che è sancito dall’articolo 9 della Costituzione: più risorse, distribuite in modo sensato e accompagnate da un ripensamento dei meccanismi di valutazione e di valorizzazione delle professionalità.
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