Il Corriere della Sera ha posto alcune domande ai candidati sindaco. Ecco le mie risposte
Vi impegnate, se eletti, a tagliare l’Irpef comunale che è attualmente è al massimo? E come? In generale, rispetto alle tariffe comunali (asili, mense, Tari, etc) esiste il margine per ridurle?
Il primo intervento è la rinegoziazione del mutuo di 5 miliardi di euro sottoscritto con Cassa Depositi e Prestiti all’assurdo tasso di interesse del 5%. Si liberano, così, almeno 200 milioni di euro all’anno per le priorità sociali: detrazioni all’Irpef legate al reddito e al numero di figli; dimezzamento Tari per artigiani e commercianti in difficoltà; asili nido e scuole d’infanzia; «reddito di dignità» per le famiglie povere con figli a carico.
Sui dipendenti comunali, come si risolve il nodo del salario accessorio? È una «partita» che va avanti da molto tempo: come pensate di poterla risolvere?
Il problema del «salario accessorio» è indicatore di errori d’impostazione: non può essere «accessorio» fino a un terzo della modesta retribuzione ricevuta. Attraverso il dialogo sociale, non «atti unilaterali», va ridotta e ridefinita la parte di retribuzione legata alla produttività. Per innalzare la qualità dei servizi, è urgente stabilizzare operatrici dei nidi comunali e insegnanti delle scuole d’infanzia, inserire i vincitori di concorso in attesa da anni, introdurre il vincolo ai minimi retributivi per gare e appalti, eliminare uso dei voucher, infine, reinternalizzare funzioni oggi affidate a costose società partecipate
Roma e il turismo. Avete in mente qualche nuovo evento, o altra iniziativa, per aumentare la permanenza degli stranieri nella Capitale?
Per rilanciare il turismo, va archiviato il «fai da te» e definita una strategia di «politica industriale», attraverso una cabina di regia con gli operatori, al fine di organizzare e promuovere offerte differenziate per le diverse tipologie di domanda. Roma non può andare avanti soltanto con i grandi eventi. Va reso navigabile il Tevere per riconnettere il centro di Roma con Ostia Antica e il suo mare
Politiche culturali pubbliche: mostre e altre iniziative temporanee in musei e aree archeologiche di competenza del Comune. Roma Capitale riprenderà a produrre in proprio politiche culturali tutte sue? O si limiterà a «ospitare» soggetti privati?
Nella nostra visione, Roma è comunità aperta, solidale, integrata, partecipata. La cultura è il principale fattore di riduzione delle distanze sociali, oltre che motore per la rinascita morale e economica della capitale. Vogliamo passare dai grandi eventi di consumo «importati» a scatola chiusa alla autoproduzione culturale diffusa. È decisivo il sostegno attivo di Comune e Municipi adeguatamente finanziati: il Comune mette a disposizione gli spazi di sua proprietà, oggi negati da una sciagurata Delibera. Va rianimato il sistema delle biblioteche comunali, i teatri di cintura e i cinema indipendenti come Aquila e Alcazar. Siamo impegnati in Parlamento per approvare i «livelli essenziali» di servizi culturali.
Il Teatro Stabile di Roma e il Teatro dell’Opera di Roma assorbono gran parte dei finanziamenti per lo spettacolo dal vivo del Campidoglio. Prevedete di aiutare anche le realtà culturali più piccole?
Le risorse dedicate alla cultura sono drammaticamente inadeguate. La rinegoziazione del mutuo di 5 miliardi con Cassa Depositi e Prestiti ci consentirà di investire per la cultura parte dei 200 milioni all’anno oggi spesi per interessi al 5%. Ma vogliamo soprattutto abbandonare i bandi last minute e annuali per programmazione e affidamento almeno triennale.
Teatro Valle, Estate Romana e Festa del Cinema: quale futuro avete immaginato e programmato per queste realtà cittadine?
Il Teatro Valle va riaperto e affidato alla «Fondazione Teatro Valle Bene Comune», sperimentazione artistica, politica e sociale di lavoratori e utenti. L’estate romana da connettore culturale tra centro e periferie è divenuta ordinario intrattenimento a pagamento. Deve essere occasione di sperimentazione per giovani talenti. La Festa del cinema va declinata più come festa della città e del cinema e meno festival.
Tutti voi candidati al Campidoglio avete parlato della chiusura del ciclo dei rifiuti. Come lo realizzerete? Con quali investimenti? E soprattutto: in quanto tempo?
La chiusura del ciclo dei rifiuti è il presupposto per passare dalla cultura dello spreco alla cultura del riuso. Il 90% dei rifiuti sono riutilizzabili e costituiscono una risorsa economica. Solo una piccola parte dovrà andare agli impianti di smaltimento. In primo luogo va disincentivato, attraverso la tassazione, l’eccessivo ricorso agli imballi e all’«usa e getta», viceversa va istituito e regolamentato, a partire dalle grandi catene di distribuzione, il metodo del «vuoto a rendere», così come avviene in altre capitali. Chi produce più rifiuti indifferenziati paga di più. Dobbiamo favorire la collaborazione attraverso un sistema premiale per cittadini e condomini, i quali decideranno il numero di contenitori necessari e per ciascuno di essi si dovrà pagare un affitto. Fatte salve le attuali tutele, saranno quindi i condomini a fissare la cadenza settimanale e le quote per appartamento. Così, non potrà più essere evaso il tributo anzi laddove si differenzia di più verrà ridotto.
Spazzamento della città. Qual è il modello, italiano, europeo o mondiale al quale vi ispirate? Come pensate di riformare la struttura organizzativa (e quindi le modalità di lavoro) dell’Ama?
Alla pulizia giornaliera della città va affiancato lavaggio e sgrosso su base municipale. L’Ama va riorganizzata così da affidare ai municipi la definizione del contratto di servizio per rilevarne efficienza e correggerne le carenze.
Ci indicate la vostra priorità per il decoro della Capitale? E come pensate in linea generale di affrontare una questione tanto complessa?
Il verde pubblico. Roma è la città più verde d’Europa, ma verde pubblico è degradato. Per i parchi e le ville storiche serve la riorganizzazione centralizzata del servizio giardini. Per aiuole e giardini di piccole e media grandezza, ricorrerei anche all’affidamento a associazioni sulla base di progetti condivisi dai cittadini.
Metro C. Il suo prolungamento verso lo stadio Olimpico è per voi un progetto da realizzare oppure no? Eventualmente, con quale percorso? Valutereste l’impiego anche di risorse private come il project financing?
Da Coloseo a piazzale Clodio, il progetto preliminare è obsoleto. Dopo Colosseo, rischio di insufficiente flusso orario passeggeri per sostenibilità finanziaria della gestione. Per definire il prolungamento, in una visione di città, e il relativo Piano Strategico per la «mobilità dolce», nei primi 6 mesi di amministrazione svolgimento di un débat public, poi affidamento a Roma Metropolitane della progettazione, da coordinare con la Soprintendenza Archeologica e da finanziare con fondi pubblici.
Sulla manutenzione stradale, secondo voi, qual è il budget annuo necessario per sistemare le strade di Roma? Dove, cioè da quali voci del bilancio, prenderete i soldi necessari?
Necessari 50 milioni l’anno per manutenzione straordinaria e altrettanti per ordinaria, da affidare ai Municipi, anche per coinvolgere i cittadini nei controlli. Appalti manutenutivi distinti da appalti per sorveglianza lavori. Fidejussioni sulle opere vincolate al ripristino di lavori inadeguati. Report mensile on line dei ripristini. Fondi da rinegoziazione mutuo della gestione commissariale con Cdp.
Se fosse possibile programmare in tre mosse il risanamento e il funzionamento dell’azienda municipalizzata dei trasporti (cioè l’Atac), quali scegliereste?
Confermare la proprietà pubblica di Atac. Rete organica di percorsi protetti per velocizzare media percorrenza, lotta evasione e abbonamenti gratuiti per disoccupati e studenti; integrazione con le linee su ferro da sviluppare nel Piano Strategico «4-3-3»: 4 passanti ferroviari per collegare area metropolitana, prolungamento delle 3 linee di metro e sviluppo di 3 direttrici tranviarie. Tutela occupazione e retribuzioni, inclusa Roma Tpl, più autisti, meno impiegati e affidamento del controllo contratto di servizio ai Municipi. Realizzazione azienda unica Atac-Cotral.
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