Sono preoccupanti gli argomenti del Presidente Napolitano per il sì al referendum costituzionale nell’intervista a Repubblica. Votare si è necessario per non mettere a rischio la continuità dell’azione di governo. Il no è soltanto frutto di anti-Renzismo poiché cambiamo la Costituzione e, come da vulgata di moda, il cambiamento è progressivo in se. È inoltre imbarazzante il tentativo del nostro ex Presidente di motivare la retromarcia sulla legge elettorale per ridurre il rischio di arrivo dei barbari a Palazzo Chigi.
Caro Presidente, il nostro quadro è tripolare, come sa bene, da Marzo 2013, non dalle elezioni amministrative del 2016. Cosa è cambiato? È cambiato il consenso del Pd: all’avvio dell’approvazione dell’Italicum il Pd confidava di consolidare il 41% delle elezioni europee. Dal Quirinale lei lasciò fare anzi sostenne l’impianto di una legge elettorale che introduce un presidenzialismo di fatto senza contrappesi adeguati. Poi, nulla disse quando la legge fu approvata con voto di fiducia. Chi fa appelli alla responsabilità dovrebbe avere la credibilità di posizioni meno
strumentali. Il no alla regressiva revisione costituzionale aggravata dall’Italicum è condizione necessaria per riprendere la strada delle innovazioni costituzionali e elettorali condivise.
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