Non sorprendono le parole del rappresentante di Fitch oggi a Londra sulle conseguenze negative sul rating dell’Italia in caso di vittoria del No al referendum costituzionale. Sono le stesse valutazioni pronunciate prima del voto sulla Brexit e prima del referendum sul Memorandum della Troika ad Atene esattamente un anno fa. La democrazia è un fastidioso impaccio per gli interessi più forti. Ma le agenzie di rating hanno dimostrato una grave miopia, short-termism in termini tecnici. Guardano al brevissimo periodo, ai report trimestrali. Ma la stabilità si costruisce sul consenso largo non sul ricatto o su meccanismi elettorali e istituzionali che trasformano una minoranza di voti in maggioranza assoluta. Si costruisce dopo aver archiviato le fallimentari ricette che le agenzie di rating continuano a raccomandare e avviato investimenti pubblici e regolazione dei movimenti di capitali, oltre che di merci e servizi. In Italia, la vittoria del No al referendum costituzionale è condizione necessaria per aprire la strada alla stabilità reale e allo sviluppo.

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