I dati INPS di oggi sul mercato del lavoro, relativi a luglio scorso, forniscono un’ulteriore conferma del segno regressivo del Jobs Act: la variazione dei contratti a tempo indeterminato, dopo la riduzione dei costosissimi incentivi (circa 10 miliardi di euro per le attivazioni del 2015) torna al livello negativo del 2014, ma i contratti ora sono senza tutela per il licenziamento ingiusto; la liberalizzazione dei voucher genera una valanga sempre più grande di precarietà; la cancellazione dell’art 18 aumenta i licenziamenti e spinge alla riduzione delle retribuzioni. Sono i risultati inevitabili, previsti dai soliti gufi, delle “riforme” di stampo liberista così apprezzate dalla Cancelliera Merkel. La buona occupazione si promuove con gli investimenti, in particolare pubblici in una fase di lunga stagnazione. La Legge di Bilancio deve servire a girare pagina con un social compact dedicato agli interventi per la messa in sicurezza idrogeologica e sismica dei territori. Il Governo Renzi invece continua con i bonus elettorali.

Comments are closed

Latest Comments

Nessun commento da mostrare.