Il Ministro Padoan, evidentemente in vena di battute, si vanta di una presunta svolta sugli investimenti pubblici in quanto vi sarebbero 2 miliardi di euro in più nel 2017. Un valore che in rapporto al Pil è pari allo 0,1%. Il nostro Ministro dovrebbe ricordare che gli investimenti pubblici, anche dopo il vertiginoso incremento previsto nella legge di bilancio desaparecida, sono al livello più basso della storia dell’Italia repubblicana e che l’ambizioso obiettivo programmatico del Governo è lasciarli a tale infimo livello, in rapporto al Pil, per tutto il prossimo triennio.
Il Governo per far uscire il Paese dalla stagnazione in cui si trova, avrebbe dovuto puntare su un aumento degli investimenti pubblici pari a 1 punto di Pil, ossia 17 miliardi, all’anno fino al 2019. Risorse da destinare alla messa in sicurezza dei territori, delle scuole, delle abitazioni e per la mobilità sostenibile nelle città. Gli incentivi agli investimenti privati sono ininfluenti senza il traino della domanda pubblica. Il fallimento della decontribuzione sui contratti a cosiddette “tutele crescenti” non insegna nulla? Quanti anni di stagnazione sono ancora necessari prima di ripartire da Keynes?

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