Ormai la distanza tra le parole del Presidente del Consiglio e gli atti del suo governo è siderale. Oggi scopre la necessità degli investimenti pubblici per rilanciare la ripresa. Giusto. È il cuore del social compact che presentiamo, inutilmente, da tre anni, ridicolizzati come stupidi keynesiani. Peccato che il governo Renzi ha portato gli investimenti pubblici al livello più basso della storia dell’Italia repubblicana. Peccato che la Legge di Bilancio in discussione alla Camera li lascia a tale livello, 2.2% del Pil, per il prossimo triennio e, invece, concentra una decina di miliardi all’anno su crediti d’imposta e riduzioni indistinte di imposte alle imprese. Sono misure supply side, in perfetta continuità con quell’agenda liberista dell’eurozona che, a chiacchere, contesta. È una linea per sollecitare consenso elettorale, ma fallimentare per rianimare l’economia reale.
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