Sulla valanga di voucher generati dal JobsAct, il governo fa finta di trovarsi di fronte a un evento inaspettato e imprevedibile, mentre è stato facilmente e largamente previsto. Come è stato previsto il costosissimo (circa 18 miliardi) effetto effimero dei contratti a cosiddette tutele crescenti e l’impennata dei licenziamenti per giustificato motivo. Quella che è stata raccontata dall’ex Presidente del Consiglio e dalla sua corte come “la riforma più di sinistra” si è rivelata in pochi mesi nella sua natura liberista, finalizzata alla precarizzazione e svalutazione del lavoro. Ora non basta qualche aggiustamento a margine per evitare i referendum. Il Jobs Act va eliminato. In un Paese normale i protagonisti politici e tecnici dovrebbero assumersi le responsabilità del fallimento.
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