La bozza del Regolamento relativa agli spazi del patrimonio capitolino in concessione, così come è stata predisposta dagli uffici e presentata oggi in Commissione contraddice radicalmente la funzione sociale da garantire e promuovere. La norma transitoria, che tra l’altro, prevede l’obbligo di versare, seppur rateizzato, il 75% degli arretrati ricalcolati a canoni di mercato è insostenibile per tutte le associazioni e le realtà autorizzate che da due o tre decenni producono solidarietà , cultura, welfare a Roma, spesso in sostituzione, soprattutto nei municipi più difficili, delle istituzioni locali e nazionali. Come chiediamo sin dal primo giorno dell’amministrazione Raggi, la Delibera 140/15 va ritirata e riscritta attraverso un percorso partecipativo. Il principio guida della riscrittura deve essere l’uso sociale, non la cosiddetta “valorizzazione” economica e finanziarie, inevitabile vettore di privatizzazione e soffocamento delle esperienze no-profit. È evidente che, finché l’amministrazione Raggi, non affronta lo scoglio della ristrutturazione del debito capitolino, rimarrà prigioniera della Corta dei Conti. Per affrontare le emergenze sgomberi torniamo infine a chiedere una norma di tutela delle esperienze in corso.
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