– al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – Per sapere – premesso che:

nel territorio sud – est della città di Roma insiste il Parco Archeologico di Centocelle, che si estende su una superficie di circa 126 ettari, perimetrato in senso orario da via Casilina, viale Palmiro Togliatti, via Papiria, via di Centocelle;

l’area del Parco Archeologico fa parte del complesso aeroportuale di Centocelle, intestata al Demanio dello Stato, ai sensi della Legge 29/1/1987, n. 453, pervenuta in dismissione dall’Aeronautica Militare al patrimonio di Roma Capitale a titolo gratuito, con apposito vincolo storico – archeologico, trasformata in parco archeologico e consegnata al Dipartimento Tutela Ambientale;

sul Parco Archeologico di Centocelle la Sovrintendenza statale ha stanziato 2,5 milioni di Euro per riportare alla luce le Ville che si trovano al di sotto della superficie, vincolando questo stanziamento a condizioni di messa in sicurezza e bonifica totale del sottosuolo;

dal 1° gennaio 2017 processi combustivi di materiali vari di risulta presenti in maniera stratificata nella rete di cuniculi sotterranei hanno provocato la fuoriuscita di fumi tossici che, per oltre 45 giorni, hanno interessato una porzione estesa del Parco, peraltro molto vicina alle abitazioni e a numerose scuole;

il sopralluogo nell’area delle ex fungaie effettuato dai VV. F. in data 2 gennaio 2017 e il conseguente smottamento del terreno hanno portato alla luce la presenza di materiali di varia risulta in stato di abbandono e stratificati nel sottosuolo, rendendo immediata la necessità di una bonifica complessiva di tutta la superficie del Parco;

a seguito dei primi interventi d’urgenza, visto il perdurare delle criticità, la Prefettura di Roma ha predisposto, con procedura d’urgenza, una pianificazione degli interventi per il superamento dell’emergenza e la messa in sicurezza ambientale del Parco Archeologico di Centocelle, adottati con Ordinanza della Sindaca n. 22 del 10 febbraio 2017;

nello specifico, con l’Ordinanza menzionata si disponeva, in considerazione dello stato emergenziale e della “estrema urgenza per la risoluzione delle criticità ambientali emerse”, un piano di bonifica complessiva del sottosuolo del sito, onde consentire lo smaltimento dei rifiuti presenti e si ordinava ad ARPA Lazio di eseguire analisi delle acque di falda nei pozzi ubicati nelle aree circostanti nonché di installare centraline di rilevamento della qualità dell’aria;

le azioni poste in essere in attuazione della richiamata Ordinanza Sindacale non hanno avuto un esito risolutorio, per via, da un lato, del mancato rispristino nei tempi indicati nell’Ordinanza della situazione di salubrità del Parco e, dall’altro, della incompletezza delle analisi effettuate, con mancata caratterizzazione dei rifiuti e assenza di indagini di inquinamento di suolo e di falde acquifere, come risultanti dalla informativa alla popolazione elaborata dalla Protezione Civile di Roma Capitale;

l’area di che trattasi risulta caratterizzata dalla presenza di autodemolitori, attualmente ancora parte attiva della produzione di rifiuti contaminanti, nonostante esistano deliberazioni comunali che dispongono la delocalizzazione degli stessi (DGC n. 451 del 23/12/2009 e DGC n. 181 del 25/06/2014);

la situazione in cui versa l’area del Parco Archeologico di Centocelle risulta essere particolarmente preoccupante, in quanto è a rischio la salute di oltre 500.000 romani, compresi numerosi bambini delle scuole che si affacciano sul Parco -:

di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in relazione a quanto esposto in premessa e se intendano promuovere ogni iniziativa di competenza, in considerazione delle particolari caratteristiche a carattere nazionale dell’area del Parco Archeologico di Centocelle, anche attraverso un programma straordinario e urgente di interventi finalizzati alla tutela della salute dei cittadini, dell’ambiente, alla bonifica dei siti, nonche’  alla rivitalizzazione economica  dei territori.

 

Mozione depositata il 20 aprile

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