Intervista di Monica Rubino per Repubblica
“Un risultato incoraggiante, che fa rinascere in Francia la sinistra di popolo. Ma il il ballottaggio fra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron mi preoccupa molto”. L’esponente di Sinistra italiana Stefano Fassina esulta per il 19,5% ottenuto ieri alle presidenziali francesi dal movimento “France insoumise” (Francia ribelle) di Jean-Luc Mélenchon, con cui è in piena sintonia su parecchi punti programmatici. Ma avverte il collega d’oltralpe che ieri sera non ha dato indicazioni di voto rispetto al ballottaggio: “Adesso schierati contro la destra xenofoba”.
Fassina, sollecita Mélenchon a prendere chiaramente le distanze da Le Pen?
Le Pen è inquietante, assolutamente invotabile: ritengo che Mélenchon non possa in nessun modo assecondare la sua candidatura. Mi auguro che, dopo aver consultato la sua rete, assumerà una chiara presa di distanza dal Front National, senza nessuna ambiguità. Dopodiché il rischio resta.
Cioè?
Che una parte di quel mondo del lavoro, i naufraghi della globalizzazione e dell’euro che Mélenchon ha intercettato, possano votare l’estrema destra di fronte a un candidato dell’establishment come Macron che continua l’agenda liberista di questi anni.
Pensa ci sia un parallelismo fra il risultato di “Francia ribelle” e il voto degli italiani al referendum del 4 dicembre?
Certo, Mélenchon ha raccolto la fetta più consistente del voto giovanile, quella che in Italia all’80% ha votato no al referendum, un mondo del lavoro in grande difficoltà sia nelle periferie delle città sia nei diparimenti di provincia, dove è arrivato a ridosso di Le Pen e in alcuni casi anche primo. Senza un partito strutturato, ma con la capacità di mettere a rete tanti movimenti territoriali nati dal basso, è riuscito a dare rappresentanza a quel popolo della sinistra che non aveva più riferimenti. E che in parte purtroppo si è rivolto anche all’estrema destra.
Chi, fra i leader italiani della sinistra, ha risposto al suo appello di qualche giorno fa per Mélenchon?
Hanno risposto Pippo Civati, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista. Laura Boldrini mi ha fatto sapere che, data la sua funzione istituzionale, preferiva non esporsi. Mentre Mdp ha confermato il suo sostegno a Benoît Hamon, in quanto formalmente candidato della famiglia socialista europea.
E Giuliano Pisapia?
Non pervenuto.
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