Lo scenario del secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia è deludente e preoccupante.
Si confronta una proposta in continuità con il liberismo europeista del Presidente Hollande con una proposta di destra xenofoba. La ristrutturazione dell’ordine della Ue in senso pro-labour è fuori dal confronto del ballottaggio. In tale quadro negativo, va però segnalata la straordinaria affermazione di Jean-Luc Mélenchon che porta alla rinascita la sinistra di popolo, soprattutto nei più giovani. È il primo tra gli under 25 e a ridosso di Marie Le Pen tra gli operai. Per 700.000 voti manca il secondo posto, ma intercetta le domande dei naufraghi della globalizzazione e dell’euro abbandonati, in Francia e ovunque in Europa, dalla sinistra storica, oramai esaurita, come dimostra il dato del Partito Socialista. Per Melenchon la Le Pen è invotabile, ma il suo popolo rimane senza risposte il 7 maggio.
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