La disdetta da parte del Presidente Trump dell’accordo di Parigi sul clima, dopo anni di faticossisime trattative, è atto grave e globale nelle sue conseguenze. L’Unione europea non può andare avanti come nulla fosse. La sopravvivenza del pianeta è in gioco. Inoltre, è evidente lo svantaggio competitivo che si determina tra le imprese europee vincolate agli standard di Cop21 e le imprese statunitensi invece svincolate. Per spingere Washington a un ripensamento e rimettere a livello pari il terreno della competizione vanno introdotte contromisure doganali per l’import dagli Usa o da paesi di triangolazione: il rispetto degli standard ambientali di Parigi o dazi equivalenti ai costi aggiuntivi sopportati dalle imprese Ue. Il Governo italiano, presidente di turno del G7, si muova. È finito il tempo delle lamentele.

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