Dal Corriere.it
Il sostegno dato da Walter Tocci domenica scorsa su questo giornale al referendum promosso dal Partito Radicale per la messa a gara della gestione del trasporto pubblico locale (Tpl) a Roma mi ha sorpreso. In negativo, purtroppo. Atac non funziona. Atac ha un parco mezzi preistorico.
Atac ha accumulato 1,1 miliardi di euro di debiti. Non intendiamo difendere lo status quo. Non vogliamo coprire manager incapaci, inefficienze, corruzione. Non vogliamo essere conniventi con quella parte del variegato universo sindacale legata a rendite insostenibili. Al contrario, vogliamo sbaraccare clientele. Il punto è come. La cura thatcheriana riproposta dai Radicali non funziona. Non ho pregiudizi ideologici sulle liberalizzazioni. Ho giudizi fondati su dati empirici.
Si consideri, ad esempio, il crollo degli investimenti e il debito di Atac: andrebbe ricordato che derivano in larga parte dai mancati trasferimenti della Regione, nelle precedenti e in misura minore nella attuale amministrazione, a sua volta, come tutte le regioni, «vittima-complice» di pesanti tagli ai trasferimenti per il Tpl. Inoltre, è per responsabilità politiche che Atac non ha potuto contare su una strategia per la mobilità che aprisse corsie preferenziali e integrasse i servizi in una compiuta cura del ferro. Non vi sono casi di liberalizzazioni senza impoverimento delle condizioni del lavoro. Infine, i proponenti della liberalizzazione possono presentare documentazione su casi virtuosi di Tpl liberalizzato? Attendiamo, pronti a studiare.
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