Le tante le troppe aziende e lavoratori in difficoltà sono un tessuto rappresentativo che abbiamo voluto che fosse qui non solo per mettere insieme i pezzi di un puzzle, ma perché queste vicende sono l`indicatore di uno smottamento economico e sociale che a Roma va avanti in modo apparentemente inarrestabile.
C`è uno scarto tra la gravità della situazione e i meccanismi ordinali e rituali che vengono dati a tutti i livelli: comunale, regionale e nazionale. Noi qui vorremo provare ad affrontare oltre ai casi specifici, il problema sistemico.
Ci sono troppi “nodi strutturali”, dalle dimensioni strutturali della città (una superficie di 1300 chilometri quadrati, contro i 182 di Milano), troppi per non necessitare di un forte decentramento. Poi il debito (12 miliardi di quello storico) per i quali con solo mutuo con Cassa depositi e prestiti Roma paga interessi al 5% per 250 milioni ogni anno.
Per questa ragioni  quello che noi vogliamo è il riconoscimento di Roma come questione nazionale: è la capitale e ha nodi strutturali che da sola non può risolvere . Queste situazioni di crisi possano diventare una leva per spostare l` attenzione politica e le risorse adeguate su Roma. Vorremmo un unità di crisi nazionale su Roma: con il governo, la Regione e il comune. E che questa possa fare una valutazione attenta delle specificità di Roma. Sappiamo che su questo i sindacati e le istituzioni si confronteranno nei prossimi giorni,  noi vorremmo dare il nostro apporto.
Proporremo una mozione in consiglio comunale per chiedere alla sindaca di farsi parte attiva affinché questo obiettivo possa essere perseguito. E agli altri parlamentari eletti a Roma proporremmo di fare una mozione parlamentare che impegni il governo sullo stesso obiettivo.

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