Il Governo si appresta a fare un Decreto Legge su Banca Popolare Vicenza e Veneto Banca per metterle in liquidazione coatta amministrativa e nominare commissario. Si prefigura un enorme regalo a Banca Intesa e un enorme danno ai contribuenti: a Intesa vengono regalati, ossia dati a costo zero, asset buoni e redditizi, la rete di sportelli nell’area più produttiva del Paese e fondi per ulteriori suoi esuberi; il bilancio pubblico si carica gli Npl e gli esuberi delle due banche venete. Complessivamente, un previsto impegno finanziario di circa 10 miliardi di euro. È una soluzione inaccettabile. Avviene all’oscuro del Parlamento.
Ribadiamo la richiesta al Ministro Padoan di venire in Parlamento al più presto, prima di procedere a qualunque atto, a spiegare in dettaglio il piano di Intesa e a motivare l’orientamento dell’esecutivo.
Il mega regalo agli azionisti di Intesa non è l’unica strada possibile. Il governo non può essere così subalterno alle valutazioni di Bruxelles e Francoforte e così piegato agli interessi particolari. Vanno percorse altre strade. Si dovrebbe, innanzitutto, provare a negoziare un acquisto da parte di Intesa equo in termini di NPL e occupati. In alternativa, come con Mps, si dovrebbe procedere a un ingresso diretto del fondo pubblico nel capitale delle due banche venete al fine di prendersi anche oneri e asset profittevoli, regolare le remunerazioni del management e poi rivendere a risanamento avvenuto minimizzando l’impiego di risorse pubbliche. Siamo sicuri che il Presidente Mattarella segue con attenzione un passaggio così delicato.
Ribadiamo la richiesta al Ministro Padoan di venire in Parlamento al più presto, prima di procedere a qualunque atto, a spiegare in dettaglio il piano di Intesa e a motivare l’orientamento dell’esecutivo.
Il mega regalo agli azionisti di Intesa non è l’unica strada possibile. Il governo non può essere così subalterno alle valutazioni di Bruxelles e Francoforte e così piegato agli interessi particolari. Vanno percorse altre strade. Si dovrebbe, innanzitutto, provare a negoziare un acquisto da parte di Intesa equo in termini di NPL e occupati. In alternativa, come con Mps, si dovrebbe procedere a un ingresso diretto del fondo pubblico nel capitale delle due banche venete al fine di prendersi anche oneri e asset profittevoli, regolare le remunerazioni del management e poi rivendere a risanamento avvenuto minimizzando l’impiego di risorse pubbliche. Siamo sicuri che il Presidente Mattarella segue con attenzione un passaggio così delicato.
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