La fotografia pubblicata oggi dall’Istat sulla povertà assoluta e relativa azzera, ancora una volta, le chiacchiere e le slides del Governo Renzi e Gentiloni. Senza chiamare in causa le determinanti della povertà alimentate dal mercato unico e dalla politica economica dell’euro-zona, sono facilmente prevedibili i miglioramenti che si sarebbero potuti conseguire con una diversa allocazione delle risorse di bilancio aggiuntive spese dal 2014 al 2016. Oggi avremmo dati meno agghiaccianti sulla povertà se i famosi 80 euro si fossero attribuiti in riferimento al reddito familiare includendo anche gli incapienti. Cosi come un effetto migliorativo si sarebbe ottenuto se la Tasi si fosse eliminata per il 90% delle famiglie e si fosse utilizzato per integrare il reddito di Inclusione il miliardo e mezzo di euro all’anno dedicato al 10% delle abitazioni di maggior valore. Ma il governo Renzi e il suo successore sono sempre in modalità elettorale e hanno altri interessi da tutelare, come l’approvazione a scatola chiusa del decreto per le banche venete conferma
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