La scelta del concordato preventivo per Atac è inaccettabile nel merito e nel metodo. Il bilancio del 2015, l’ultimo approvato, indica un debito di 1 miliardo e 350 milioni a fronte di crediti per 1 miliardo e 266 milioni verso la Regione Lazio (quasi 650 milioni), in particolare della ex Giunta Polverini, e verso il Comune di Roma (381 milioni). La Giunta Raggi ha perso un anno di tempo con una girandola di amministratori, prima nominati e poi rimossi senza alcuna spiegazione. Portare Atac al fallimento è una scelta politica della Giunta Raggi. Poteva essere evitata con una coraggiosa e radicale riorganizzazione. Cosa succederà se, come previsto dalla legge, una parte dei creditori chiederà il fallimento di Atac? A chi darà la colpa la Sindaca? Quali saranno le conseguenze sul bilancio comunale? Inoltre, il ricorso al Tribunale è inaccettabile nel metodo. Atac è un bene comune, di tutti i romani. Il proprietario di Atac è l’Assemblea Capitolina non la Giunta. Arrivare al concordato preventivo senza una discussione in Commissione e in Assemblea Capitolina è un atto eversivo. Come opposizioni, da inizio luglio chiediamo un Consiglio Straordinario su Atac. Con i giochini di Palazzo degni dei migliori marpioni della Prima Repubblica, il Consiglio su Atac è stato calendarizzato il 7 Settembre, a giochi fatti. La Sindaca deve fermarsi. Chieda il rinvio dell’assemblea dei soci di Atac e venga in Consiglio a spiegare alla città e ai lavoratori e lavoratrici le ragioni del concordato preventivo.

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