Al Teatro Eliseo, si autocelebra il Pd blairiano, nonostante il blairismo sia stato travolto ovunque, al di là e al di qua dell’Atlantico. Non stupisce: il Pd è sempre più il partito degli interessi forti. La profonda sintonia di Veltroni-Gentiloni-Renzi dimostra chiaramente quanto ripetiamo sin dall’esordio di Matteo Renzi al Nazareno: l’attuale segretario del Pd non è un usurpatore. È l’interprete estremo della democrazia plebiscitaria dello Statuto del Pd, trasferita a colpi di maggioranza parlamentare nella fallita revisione costituzionale. È l’attore efficace dell’europeismo liberista, cardine del programma definito al Lingotto, articolato nel Jobs Act e nell’offensiva contro l’art 18. Qui sono le ragioni profonde della rottura del Pd con quel popolo che avrebbe dovuto rappresentare. Qui sono anche le ragioni per ricostruire la sinistra di popolo in alternativa al Pd.
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