Roma deve ritrovare la sua missione di capitale, deve sapere cosa diventare nel XXI secolo. Edilizia e spesa pubblica sono stati i motori della crescita sregolata, ma oggi hanno esaurito quella funzione trainante. È una consapevolezza che manca alle classi dirigenti romane e nazionali. È necessaria una fase costituente per la città su due nodi strutturali: la trasformazione dei municipi in comuni metropolitani e la ristrutturazione del debito storico. Non è solo problema dei romani. È questione nazionale. Il tavolo Calenda è utile, ma insufficiente data la portata della sfida. In un Paese normale, della Capitale si occuperebbe il Presidente del Consiglio.
A Roma, la sinistra deve ricostruire la sua credibilità. Serve una seria proposta programmatica, serve classe dirigente e serve soprattutto stare dove c’è sofferenza economica e sociale, contraddizioni e conflitti. Dobbiamo metterci insieme per ricostruire una proposta politica credibile. Sarebbe illusorio sperare di ritrovare la propria forza politica come accumulazione di fallimenti altrui.
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