Ieri, il Tribunale di Roma ha disposto il reintegro delle lavoratrici e dei lavoratori di Almaviva della sede della Capitale, licenziati per aver rifiutato un pesante taglio delle loro condizioni contrattuali. Il licenziamento, secondo il Tribunale, è stato discriminatorio. L’azienda, invece di dare seguito all’ordinanza, si ribella e per rappresaglia trasferisce 153 donne e uomini a Catania. Le lettere di trasferimento sono state spedite già ieri sera. Quanto avviene è inaccettabile. L’azienda deve ritirare i trasferimenti. Le attività di call center, come noto, possono essere svolte da remoto. Il Governo, dopo aver assistito passivamente ai licenziamenti discriminatori, che intende fare? Presentiamo subito interrogazione al Ministro del Lavoro e al Ministro dello Sviluppo Economico, così pronti a dicembre scorso a criticare lavoratrici e lavoratori che non avevano accettato le imposizioni di Almaviva.
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