Su Almaviva, il Ministro Calenda non può rimanere a guardare. Almaviva continua nella sua ritorsione contro lavoratrici e lavoratori di Roma colpevoli di aver detto no a taglio stipendio e a inasprimento condizioni di lavoro. Dopo la condanna per licenziamenti discriminatori e nei giorni scorsi per comportamento anti-sindacale, l’azienda avvia la procedura di trasferimento a Catania di 153 persone. È una ricollocazione impossibile per chi ha retribuzioni modeste, spesso part-time involontario e famiglia da mantenere a Roma. Così si nasconde un vile licenziamento, dato che le caratteristiche dell’attività svolta consentirebbero di lavorare nella sede di Roma. Il Ministro Calenda convochi azienda e organizzazioni sindacali e si faccia parte attiva per evitare l’ennesimo sopruso.

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