Su Embraco, la determinazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, l’impegno del Ministro Calenda e anche di chi, come Liberi e Uguali, difende il lavoro, hanno riaperto una prospettiva di futuro che prima veniva negata. Ora è decisivo realizzare le condizioni per un progetto industriale solido, evitare licenziamenti o occupazione part-time. Finalmente, con il potenziale coinvolgimento di Invitalia, viene superato il tabù dell’intervento diretto dello Stato per la protezione di lavoratori e preziose attività manifatturiere dalla concorrenza sleale intra-UE. Ma vanno affrontate le cause strutturali delle delocalizzazioni e più in generale di un mercato interno europeo causa dì dumping sociale e svalutazione del lavoro. La regolazione UE è insostenibile sul piano sociale. Va corretta, anche con misure unilaterali.

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