Anche oggi, su Tim va in scena un durissimo scontro tra i principali azionisti: Vivendi e Elliot. Ma i cosiddetti vincitori delle elezioni che in campagna elettorale avevano promesso su Tim e la sua rete di salvaguardare l’interesse nazionale impongono al Parlamento di stare a guardare, mentre è in gioco, in particolare sulla rete di Tim, un asset fondamentale per la sicurezza nazionale e per il nostro sistema industriale.
Un “pessimo azionista” industriale e un fondo speculativo si contendono il controllo di una delle principali aziende del Paese, dove Cdp è entrata con una partecipazione significativa. Ma il Parlamento deve stare a guardare perché M5S, Lega, FdI e Forza Italia non consentono neanche l’audizione dei vertici di Cdp in Commissione Speciale.
È un’ulteriore umiliazione del Parlamento e della politica, ancora una volta subordinata agli interessi economici più forti. Con buona pace delle promesse di cambiamento.
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