Domani mattina, 28 Aprile, a Viale Trastevere, davanti al Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, incomincia lo sciopero della fame delle insegnanti e degli insegnanti diplomati magistrali a rischio di licenziamento e estromesse dalle Gae dopo un sentenza del Consiglio di Stato di Dicembre scorso. Il loro sciopero della fame è un gesto estremo e vero, non l’annuncio di un retorico atto simbolico. Si avvicina la fine dell’anno, il Governo Gentiloni ancora in carica per il disbrigo degli affari correnti non interviene, mentre i cosiddetti vincitori delle elezioni sono bloccati da veti reciproci, sempre più insopportabili di fronte alle emergenze del Paese. La decisione del Consiglio di Stato è calata come una mannaia. Ma sono passati oltre 4 mesi. È necessaria e urgente una decisione politica. Prima delle elezioni in tanti abbiamo condiviso le loro richieste. Non dovrebbe mancare il consenso in Parlamento per arrivare all’obiettivo. Il Governo, la Ministra Fedeli, convochi i capigruppo dei partiti alla Camera e al Senato, proponga e concordi una bozza di Decreto Legge per confermare in servizio chi è stato assunto con contratto a tempo indeterminato e per confermare nelle Gae chi vi è inserito. Si può trovare una soluzione equilibrata che non dimentichi i diritti delle laureate e laureati in Scienza della Formazione. Quello che non si può fare è ignorare il dramma di decine di migliaia di uomini e donne. Non lo può fare il governo uscente. Non lo possono fare i parlamentari. Si compromette la qualità e la continuità didattica per centinaia di migliaia di bambini. Si calpesta la dignità di lavoratrici e lavoratori che, da anni, anche da oltre un decennio, insegnano nelle scuole elementari italiane con titoli, concorsi, professionalità e passione. Gli errori compiuti negli ultimi due decenni non si possono scaricare su insegnanti e alunni.

Comments are closed

Latest Comments

Nessun commento da mostrare.