Grazie al Presidente dell’Istat, un drammatico squarcio di realtà entra in una discussione politica avvitata su se stessa. La povertà e il numero di famiglie in totale assenza di lavoro, in particolare per il Mezzogiorno, continuano a aumentare. + la conseguenza di un’agenda di politica economica, in linea con la linea liberista dell’Ue e dell’eurozona, da lungo tempo orientata verso gli interessi più forti. E’ necessaria e urgente una profonda discontinuità. Vanno portati al 2% del Pil gli obiettivi “tendenziali” di deficit per il triennio davanti a noi per rinviare, senza ulteriori tagli di spese, le clausole di salvaguardia al 2022; per finanziare investimenti pubblici e promuovere lavoro minimo garantito; per integrare significativamente la dotazione del Rei.
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