Le conseguenze sul lavoro, del piano industriale di Arcelor Mittal, erano note da giugno 2017 e sottoscritte dal governo, anche se il ministro Calenda, in risposta a una nostra interrogazione del 18 ottobre scorso, derubricò l’atto firmato dai Commissari a mera ‘lettera di procedura’. È evidente l’ambiguità con la quale il governo si è mosso su due tavoli paralleli: quello con Arcelor Mittal da una parte e quello con le organizzazioni sindacali dall’altra. Era inevitabile che, con tale metodo, si arrivasse allo scontro. L’Ilva è un pilastro insostituibile del nostro sistema manifatturiero. La trattativa va ripresa subito, come hanno chiesto i sindacati. M5S e Lega che, dalle dichiarazioni fatte, appaiono su sponde opposte per il futuro di Ilva, dovrebbero rapidamente trovare una posizione comune e renderla utile al fine di salvaguardare lavoro e salute, a cominciare da Taranto.

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