Anche i dati Istat di oggi confermano che il Jobs Act ĆØ stato una misura di ulteriore precarizzazione del lavoro, costata circa 20 miliardi di euro. Come ripetiamo da due anni, l’incremento ĆØ di occupati, non di posti di lavoro e, in base a Eurostat, si ĆØ occupati se si lavora almeno un’ora a settimana nel periodo della rilevazione.
Non a caso, a fronte del milione di occupati in più, le ore lavorate sono oltre 1.2 miliardi in meno del 2008, un numero equivalente a circa 700.000 occupati a tempo pieno.
L’incremento percentuale dei nostri occupati ĆØ circa la metĆ di quanto registrato in media nell’eurozona, un effetto dovuto a un aumento del Pil che ci ha visto in coda alla dinamica media dell’area monetari.
Bene quindi il cosiddetto Decreto DignitĆ se include davvero la re-introduzione delle causali per i contratti a tempo determinato, ma sin dal primo impiego. Bene anche le misure anti-delocalizzazione, ma che riguardino innanzitutto i Paesi della Ue, dato che il mercato unico europeo ĆØ fonte sempre più grave di dumping sociale. Eā invece autolesionismo da parte del Pd continuare a difendere il Jobs Act.
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