Le linee strategiche del governo, sul terreno macroeconomico e di bilancio illustrate dal ministro Tria, sono estremamente preoccupanti. Lo scenario tendenziale ereditato da governo precedente è già grave. Il governo del cambiamento è in continuità con il governo Monti, oltre che Renzi e Gentiloni.
Ci opporremo con tutte le nostre forze, dentro e fuori il Parlamento, a ulteriori tagli al welfare.
L’invarianza della spesa corrente in termini nominali annunciata avrebbe effetti sociali devastanti. Vuol dire, nel triennio, intervenire sui 27 miliardi di maggiore spesa pensionistica, frutto di una normativa già insostenibile, e vuol dire colpire ulteriormente la spesa sanitaria, già a livelli tali da escludere oltre 10 milioni di cittadini italiani dalle cure fondamentali.
Al contrario, è necessario aumentare gli spazi di finanza pubblica in modo ragionevole: un deficit pubblico al 2% del Pil fino al 2021, per sostenere la spesa per investimenti e disinnescare l’aumento dell’Iva.
Soltanto così si può sostenere l’economia reale e favorire la riduzione del debito e in rapporto al Pil.

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