Il cosiddetto Decreto Dignità va nella giusta direzione, ma i passi sono timidi e parziali. Che fine ha fatto l’impegno elettorale del M5S per la re-introduzione dell’Art 18? Perché non si interviene anche sui contratti nazionali di lavoro pirata? Perché non si definiscono qui le garanzie per i ‘riders’? Perché la norma di contrasto alle delocalizzazioni non si estende anche al mercato unico europeo, primaria causa di svalutazione del lavoro
È comprensibile la contrarietà di Confindustria e di altre organizzazioni datoriali: difendono gli interessi dei loro associati. Si mettono di traverso perché hanno avuto finora governi che hanno attuato la loro agenda. Chi punta a tutelare l’interesse dei lavoratori deve riconoscere, invece, la positiva inversione di rotta rispetto ai governi Renzi e Gentiloni.
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