È molto preoccupante la risposta del Ministro Di Maio sui voucher in una intervista di stamattina. Indica che “vanno ripristinati per specifiche mansioni e tempistiche per i lavori domestici e per il settore agricolo”. Il Ministro sa bene che in agricoltura i voucher ci sono già, come sono previsti per tutti altri settori per le imprese con meno di 5 dipendenti a tempo indeterminato. Sono stati reintrodotti dal Governo Gentiloni: ora si chiamano “Contratto di prestazioni occasionali”. Tale Contratto prevede una contribuzione previdenziale ordinaria per evitare concorrenza al ribasso tra lavoratori. I voucher sono anche previsti per le famiglie attraverso un “Libretto” ad hoc. Allora è chiaro: L’obiettivo della Lega e di alcune associazioni datoriali iper-corporative, al quale temiamo che il Ministro Di Maio si pieghi, non è quello della flessibilità. È, in realtà, quello di tagliare il costo del lavoro, i compensi e le tutele dei lavoratori e dei lavoratrici coinvolte. Sarebbe un passo indietro inaccettabile: spiazzerebbe i riformandi Contratti a Tempo Determinato con e senza causali. Insomma, cambierebbe il senso economico e politico positivo dell’annunciato Decreto Dignità. Si tornerebbe nella scia degli interventi di precarizzazione attuati da due decenni.
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