Chi dalle parti del cosiddetto centrosinistra fa affidamento sul vincolo esterno, sulla disciplina dei mercati, sulle rigidità delle norme dell’Ue e dell’eurozona per vedere il dissolvimento del governo Salvini-Di Maio dovrebbe essere più consapevole. È evidente che pesa l’improvvisazione, l’assenza di un progetto credibile e praticabile. Pesa anche, però, anzi soprattutto, la resistenza di interessi  interni e esterni, forti e consolidati, a qualunque linea di politica economica anche soltanto moderatamente di discontinuità. Come è stato amaramente evidente in Grecia con il Governo Tsipras, non sono ammesse strade alternative all’ordoliberismo dominante. È questa la questione di fondo che chi vuole difendere il lavoro dovrebbe considerare. Altrimenti è stupido autolesionismo, come fu ai tempi della lettera della Bce al Governo Berlusconi. È in gioco un minimo di autonomia della politica e di effettività della democrazia.

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