È immorale la propaganda che oggi arriva dai vertici della Commissione europea sulla Grecia. Uno spot in vista delle prossime elezioni europee. A Bruxelles hanno la faccia tosta di congratularsi con il popolo greco per il “successo” di un’offensiva che ha avuto soltanto il merito di salvare le banche tedesche e francesi. I programmi della Troika guidata dai più forti governi e interessi della Ue hanno inferto drammatici colpi alle fasce sociali più deboli e alle classi medie greche. Hanno devastato sanità pubblica, pensioni e diritti del lavoro, generato povertà diffusa, emigrazione di mezzo milione di persone, in larga parte giovani qualificati, privatizzato-svenduto asset publici preziosi. Ma, oltre alle macerie sociali, il dramma è che il debito pubblico è arrivato al 180% perché i programmi hanno portato il Pil a un crollo del 30%. Un “successo” che, come ha scritto il FMI, lascia tale debito su un sentiero di insostenibilità, coperto nelle celebrate previsioni ufficiali da irrealistici obiettivi di avanzo primario al 3,5% del Pil per i prossimi anni e poi sempre sopra il 2%. La Grecia, in realtà, rimane agonizzante, prigioniera dell’austerità, senza significative prospettive di crescita. Serve alla Grecia e a tutti nella Ue una rotta alternativa all’ordo-liberismo del mercato unico e dell’eurozona. La Grecia, purtroppo, dimostra che, nel quadro dato, anche la sinistra migliore è costretta a attuare, in profonda contraddizione con il mandato democratico ricevuto, l’agenda liberista.
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