Ai Radicali di +Europa, ultras delle privatizzazioni e della regressione servile del lavoro, segnaliamo che l’autorizzazione allo sciopero nei servizi di interesse pubblico non la danno i padroni dell’azienda che gestisce il trasporto. Finche’ vale la nostra Costituzione, lo sciopero e’ un diritto, regolato dalla legge e, nel Tpl, da un’agenzia ad hoc. Segnaliamo anche agli amici di +Europa che quando un lavoratore o una lavoratrice sciopera perde lo stipendio. L’infelice sciacallaggio di oggi svela il vero obiettivo del referendum per la privatizzazione del trasporto pubblico a Roma: aiutare i vari Benetton d’Italia a lucrare rendite a scapito di cittadini e lavoratori. Con l’occasione chiediamo agli amici di +Europa di rendere trasparenti i finanziatori delle loro milionarie campagne elettorali, quella della Bonino prima e ora quella per il referendum dell’11 novembre.
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