I dati Istat sul Pil del terzo trimestre dovrebbero essere letti nel contesto dei dati Eurostat su Unione Europea e eurozona. Il rallentamento del Pil non è soltanto italiano, ma generale nell’area della moneta unica. L’Italia, come oramai da vent’anni, ha sempre performance dimezzate rispetto alla media dell’eurozona: quando la nostra aerea di riferimento cresce, come negli ultimi quattro anni cresciamo di meno; quando rallenta, rallentiamo di più. Nel periodo Luglio-Settembre 2018, la media Eurozona scende a 0,2%, quindi l’Italia va a zero. Il problema di fondo è estremismo mercantilista Made in Germany. Guardiamo a interesse nazionale, invece che a ipotetici e, comunque, effimeri vantaggi elettorali. Il Governo rifletta: concentri l’extradeficit definito rispetto al Fiscal Compact negli investimenti pubblici per la manutenzione del territorio. Serve all’economia reale e all’occupazione e serve soprattutto a evitare morti assurde come quelle di ieri. Altrimenti, gli obiettivi della Nota di Aggiornamento al Def rimangono miraggi.
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