Dai romani, oggi, una amplissima bocciatura della proposta di liberalizzazione/privatizzazione del Trasporto pubblico locale. È un messaggio chiaro. È infantile giustificare con la carenza di informazioni una partecipazione al voto peggiore delle aspettative piu negative dei proponenti e della valanga di supporters. Patetico gridare al caos nei seggi per qualche problema ordinario. Certamente, l’amministrazione Raggi doveva impegnarsi un minimo nella comunicazione istituzionale sul referendum. Ma, nelle ultime settimane, Tv, giornali e social media hanno informato, con un quasi totalizzante orientamento per il Si. Allora, sarebbe onesto intellettualmente da parte del larghissimo e potentissimo ‘partito del Si’, dal Pd-Radicali, a Forza Italia, a Confindustria, ai principali quotidiani, riconoscere il dato di realtà: larga parte dell’astensione è stata attiva e consapevole. Il risultato del referendum è incoraggiante. Ora, nessuno interpreti la scarsa affluenza alle urne come rassegnazione dei cittadini allo status quo. Le condizioni del trasporto sono insostenibili e insopportabili. A cominciare dalle procedure di nomina dei vertici di Atac, è necessaria una profonda riorganizzazione. Va assicurata, da un lato, una positiva conclusione del concordato preventivo. Dall’altro, a Roma vanno garantite per il Tpl almeno le risorse pro-capite che ricevono le aziende di trasporto delle altre grandi città, a cominciare da Milano. In Consiglio comunale torneremo subito alla carica per riqualificare il Tpl e Atac.
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