Il Bilancio di Roma che approvate stasera è ancora una volta un bilancio di galleggiamento. Roma è senza prospettive. È la sintesi della mia dichiarazione di voto in Aula Giulio Cesare, oggi, sul Bilancio preventivo di Roma Capitale. È oramai il terzo bilancio preventivo della Giunta Raggi. Il terzo bilancio ordinario, in assoluta continuità con la Giunta precedente. Ancora un bilancio di galleggiamento. Nei due anni e mezzo alle nostre spalle, la Giunta Raggi non è riuscita neppure a iniziare a affrontare il nodo del debito storico di Roma, concentrato sui mutui con Cassa Depositi e Prestititi, stipulati a tassi di interesse superiori al 5%. La ristrutturazione dei mutui potrebbe liberare circa 200 milioni di euro all’anno, essenziali per un bilancio che vale, in termini pro-capite, la metà di quanto vale il bilancio del Comune di Milano. I bilanci annuali rimangono prigionieri di un piano di rientro che rende impossibile finanziare gli investimenti necessari e drammaticamente urgenti sulle infrastrutture per la ricostruzione della Capitale. Impossibile anche rafforzare le politiche di contrasto alla povertà e alla disuguaglianza, a cominciare dal potenziamento dei servizi sociali per il Rei. Impossibile anche un qualche miglioramento per edilizia residenziale pubblica in una fase di sgomberi facili. Insomma, è un bilancio che conferma il galleggiamento dell’amministrazione di Roma. Ma non ci rassegniamo: continueremo a insistere sulla ristrutturazione del debito, condizione certamente non sufficiente, ma necessaria per arrestare il declino della Capitale.

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