Le morti di gelo e di indifferenza di 10 persone accampate a dormire in strada ha finalmente risvegliato l’attenzione dell’amministrazione e dei media sulle migliaia di senza casa a Roma. Sono la punta dell’iceberg della sofferenza economica e sociale della Capitale, della carenza di servizi di competenza di tutti i livelli istituzionali, non soltanto del Comune. Sono anche la conseguenza della drammatica negazione del diritto all’abitare che impone a migliaia di famiglie occupazioni abusive o la strada. Dall’amministrazione Raggi arriva una ipotesi di ‘obbligo di ricovero’. Al di là delle buone intenzioni, sarebbe una soluzione pericolosa che, ancora una volta, nonostante i 40 anni della Legge Basaglia, porterebbe a gestire una complessa questione sociale come un problema psichico da Tso, come giustamente evidenziato dalla Comunità di S. Egidio. Sarebbe una scorciatoia illusoria, in parallelo con gli sgomberi degli immobili occupati ricondotti a problema di ordine pubblico. È necessario invece cambiare rotta culturale e di policy. Quindi, aggredire con progettualità e risorse finanziarie e umane adeguate le cause delle marginalità sociali. La Sindaca deve richiamare governo nazionale e Regione Lazio a riconoscere Roma come questione nazionale al fine di mettere in campo un piano straordinario di welfare urbano, a partire dall’edilizia residenziale pubblica.

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