Bene RdC e Quota 100, ma effimeri. Il cosiddetto Reddito di Cittadinanza e Quota 100 che il Consiglio dei Ministri ha approvato vanno nella giusta direzione. Rispondono a bisogni veri, sebbene siano risposte parziali e temporanee, puntellate da pericolose clausole di salvaguardia. Per il RdC, la scelta di confermare e irrobustire, per numero e importo del benefit, l’impianto del Rei è positiva e consente di affrontare con strumenti diversi le molteplici cause della povertà . Il problema è il legame con il lavoro, in quanto la domanda di lavoro da parte delle imprese non c’è per soddisfare l’offerta dei beneficiari del RdC, in particolare non c’è nel Mezzogiorno. Sono evidenti quindi i rischi di alimentare dumping sociale, lavoro nero, emigrazione forzata. Per ridurli, il Decreto accentua l’impianto sanzionatorio. Ma i problemi e i rischi sono ‘esterni’ al provvedimento: derivano dal quadro della politica economica, quindi dalla carenza di investimenti pubblici, fattore decisivo di domanda di lavoro in una una fase di stagnazione cronica. Purtroppo, anche il M5S, invece di affermare un impianto Keynesiano, si affida alla logica neoliberista supply side come i governi precedenti. Arriverà reddito a chi è in difficoltà , ma il lavoro rimarrà carente. Sarebbe stati decisamente più utili programmi di Lavoro di Cittadinanza, centrati sui Comuni, come abbiamo proposto, inutilmente, con emendamenti al Disegno di Legge di Bilancio. Sul versante di Quota 100, oltre al problema della durata limitata soltanto al triennio 2019-2021, vengono ‘dimenticati’ gli esodati ancora rimasti senza salvaguardia. Sono circa 8.000. Ne abbiamo ‘salvati’ oltre 100.000 da Marzo 2012. Dobbiamo salvaguardare anche loro attraverso un emendamento nel passaggio del Decreto in Parlamento.
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