L’arrivo, atteso, della recessione tecnica per l’Italia ha rinnescato un deprimente gioco a scarica barile tra governo e Pd. Si vogliono ignorare i nodi strutturali: l’economia italiana, come sempre da due decenni, si muove in stretta sincronia con l’economia dell’eurozona, con un differenziale negativo di circa un punto percentuale: quando è iniziata la ripresa nell’area euro, dovuta sostanzialmente alla Bce, l’Italia è ripartita a minor velocità; quando come negli ultimi trimestri, la nostra area monetaria rallenta fino alla stagnazione o alla recessione tecnica come in Germania, l’Italia segue con maggiore sofferenza. Il nodo da affrontare sarebbe l’estremismo mercantilista Made in Germany dominante nell’eurozona che, inevitabilmente, genera risposte protezionistiche in USA e calo di domanda. Sarebbe anche necessario correggere la manovra di finanza pubblica approvata a fine Dicembre: non nel senso indicato dalla Commissione, ma in senso opposto, attraverso l’innalzamento degli investimenti pubblici, in piccole opere, in particolare nel Mezzogiorno. Invece, si fa propaganda incrociata.
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