Nonostante l’inaccettabile segretezza dei lavori, piano piano emerge tutta la devastante portata costituzionale della cosiddetta ‘Autonomia regionale differenziata’. L’impianto contenuto nella intesa preliminare, firmata dall’ex Premier Gentiloni con i Presidenti di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna e soprattutto la definizione in corso in queste settimane delle intese Governo-Regioni porta ‘alla secessione dei ricchi’. Le risorse per i fabbisogni standard non possono essere determinate in riferimento al gettito raccolto sul territorio. Cosi, il federalismo differenziato imposto al Governo dalla Lega, che rimane Nord nonostante la riverniciatura salviniana, determinerebbe la fine dell’unità nazionale. Dalla sanità alla scuola, all’università, al welfare, ai servizi al cittadino nascere e vivere al Sud significherà avere meno diritti sostanziali, economici e sociali in confronto ai residenti nelle regioni ricche del Paese. Vuol dire che l’Italia non sarebbe più una nazione, ma un’espressione geografica dove anche le Regioni più forti sarebbero colonie tedesche. Data la rilevanza costituzionale degli atti in discussione, l’esame parlamentare deve prevedere la possibilità di emendare i testi, da considerare pre-accordi, non intese finali “prendere o lasciare”.
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