Il messaggio portato a Verona dagli organizzatori e da Verona alimentato è discriminatorio e regressivo. Il Governo, con la Lega Nord, l’ha cavalcato per aprire un’altra guerra culturale verso le donne, innanzitutto. Invece di provare a unire intorno a un programma di atti concreti per le famiglie, ha voluto dividere ancora una volta in chiave elettorale. Le famiglie, nelle varie forme in cui si manifesta l’amore, sono i cardini insostituibile della comunità sociale. Vi sarebbero enormi spazi di convergenza politica per mettere in atto misure di sostegno alle famiglie, per i figli, per le donne, per bilanciare i lavori di cura tra i genitori. Si potrebbe cominciare dal finanziamento dei nidi e delle scuole per l’infanzia al fine di farli diventare servizi essenziali, integrati per il miglioramento del ciclo educativo. Sarebbe un intervento pro-family universalmente condiviso.

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