La Legge di conversione del cosiddetto Decreto SbloccaCantieri, oltre alle gravi conseguenze sulla penetrazione della criminalità organizzata e sull’ambiente, determina una brutale regressione delle condizioni e della sicurezza del lavoro. È previsto, infatti, il ritorno al massimo ribasso, la liberalizzazione dei sub-appalti nei consorzi o l’aumento della percentuale negli altri casi, il ritorno al General Contractor, la privatizzazione di fatto della progettazione, date le carenze di personale tecnico nelle stazioni appaltanti pubbliche. Particolarmente grave la riduzione delle spese per la sicurezza che finiscono nell’offerta complessiva. Non si affrontano i nodi veri che ostacolano gli appalti, come il numero esorbitante di centrali appaltanti, ma si favorisco gli interessi economici più forti e ancora una volta si colpiscono i lavoratori. L’opposizione, oltre che nel passaggio alla Camera, deve essere fuori per fermare l’ennesimo scempio alla legalità, all’ambiente e alla dignità del lavoro.

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